6 December 2010

Lungo inseguimento...and now?

Da un bel po' di tempo gli amanti della Premier League, guardando la classifica, alla casella numero uno non leggevano il nome Arsenal, precisamente dal 4-2 in casa contro il Bolton del 20/01/2010. Quasi un anno dopo, complice anche in questo caso il fatto che una squadra (in questo occasione il Man Utd) ha da recuperare un match, i Gunners vedono tutti dall'alto verso il basso. Eppure non è tutto oro quello che luccica...già, perchè nonostante la leadership c'è ancora qualcosa che lascia incerti, un sentore di leggera inquietudine che percorre la maggior parte dei tifosi. Per l'appunto, aver perso 4 partite a inizio dicembre (di cui tre in casa) è segno comunque di non continuità, e di fronte ad un ciclo di gare difficili e decisive non è il massimo della vita; una difesa che solo in 7 occasioni ha mantenuto inviolata la propria rete da l'idea della fragilità mostrata in questa fase fondamentale del gioco; le difficoltà nel vincere con tranquillità le partite casalinghe (addirittura spesso nel vincerle e basta) sono sotto gli occhi di tutti; i patemi d'animo regalati a se stessi e ai tifosi nonostante 2 reti di vantaggio sono emblema di scarsa concentrazione (costati 3 punti in un derby, inaccettabile, e il rischio d'infarto contro l'Aston Villa); gli infortuni, problema oramai ancestrale, ma che hanno privato il roster del miglior elemento difensivo quale Vermaelen. Un bollettino di guerra: è vero che spesso il tifoso più passionale tende a vedere, anche in situazioni felici, i lati negativi per paura di possibili cambi di scenario, ma questi punti sono innegabilmente conclamati.
Nonostante tutto però siamo in vetta, e psicologicamente è importante, perchè lanciamo un segnale pericoloso alle altre pretendenti: se l'Arsenal, con la montagna di difetti sopra elencati, è in vetta, quando li risolverà (anche in parte) poi come andrà a finire la loro stagione? Potrà fare la lepre o si scioglierà come neve al sole?
Questo sembra un anno cruciale nella storia recente del team di Islington: qualche trofeo bisogna pur alzarlo, e perciò ben venga la Carling Cup, per la quale sussiste un'occasione colossale di portarla a casa...e Wenger knows, per parafrasare uno degli striscioni sempre presenti ad Ashburton Groove (tanti giocatori d'esperienza e le semifinali raggiunte con spettacolo e bel gioco). Chissà se anche la FA Cup sarà trattata alla stregua di questa Carling Cup, o addirittura meglio con tutti i titolari in prima linea: questo dipenderà dal cammino in Champions e Premier, ma il fascino di una finale a Wembley è impagabile e sarebbe uno spergiuro bistrattarlo.
Beh, da queste parole trasuda un certo ottimismo, o meglio la speranza che lo scetticismo aleggiante piano piano si diradi e il manager prenda le giuste decisioni per far fare il definitivo salto di qualità a questi ragazzini; il 2010/2011 però può e deve essere proprio un anno da cerchiare sul calendario, cerchiare di rosso!

21 November 2010

Il tonfo che deve far riflettere...

Beh, se erano 17 anni che gli Spurs non tornavano a casa dopo aver battuto l'Arsenal al loro domicilio, il modo in cui lo hanno fatto in questa occasione è stato fragoroso e li ripaga di delusioni cocenti che hanno percorso tutto questo periodo. Per noi è uno shock assoluto, perchè non è possibile perdere una partita dopo essere andati 2-0 sopra alla fine del primo tempo e sbagliare alcune buone occasioni prima di essere travolti dalla furia dei tuoi più acerrimi rivali.
Sorge spontanea una riflessione: questa squadra ha carattere, ha fame di vittorie?
Ho paura della risposta...perchè ho il timore di dire che questa rosa di carattere non sembra averne in via generale, ed ultimamente anche alcune scelte del manager non sembrano andare nella giusta direzione.
Per una squadra di rango, di fascino, di ambizioni come l'Arsenal Football Club è inaccettabile perdere tre partite in casa già al 20 di Novembre, per giunta contro avversari battibili come 2 squadre neopromosse (W.B.A. e Newcastle) e i tuoi più fieri rivali (Tottenham) in vantaggio di 2 reti; le prime due occasioni sono state condite da errori macroscopici del portiere di turno (la calamità naturale spagnola e il modello polacco), la terza causata da una mancanza di attributi spaventosa. In questo clima "da catastrofe" eppure la squadra si trova a -2 dalla vetta, quindi la situazione può essere ancora propizia già dal prossimo week-end con la trasferta dura del Villa Park ancora in anticipo rispetto alle altre: una vittoria e i Gunners balzerebbero per alcune ore in vetta alla classifica. La Premier League 2010/2011 si è trasformata in una lega equilibrata e decisamente livellata verso il basso, quindi si può ancora recitare un ruolo importante, a patto che però i ragazzi tirino fuori tutto quanto hanno dentro e il manager si faccia un bagno di umiltà, un esame di coscienza e capisca che di errori ne sta commettendo anche lui: perchè cambiare modulo costringendo Song a passare dagli straordinari agli IPERstraordinari? perchè gettare nella mischia giocatori assolutamente fuori fase come questo van Persie? perchè spendere circa 11£ per un difensore che non sta rendendo per niente? perchè aver insistito così tanto con Almunia (anche il destino non ne poteva più e lo ha fatto infortunare....)? Inoltre dichiarare che questa è la squadra più forte che abbia mai imbastito è deleterio: Arshavin non è degno di Pires, davanti non c'è ancora nessun nuovo Thierry Henry (quelle sono leggende, quei ragazzi che tornano all'ovile con la sciarpa al collo), Koscielny non ha nemmeno una cellula della pelle di Tony Adams, Denilson non vale un decimo di polpaccio di Ray Parlour.
E' vero, gli infortuni sono tanti e pesanti (penso a Vermaelen), ma questo non può essere sempre un alibi: fuori il carattere, o ora o mai più!!!!!!!Pongo un quesito: la gara di ieri come sarebbe andata a finire con in campo con Seaman, Dixon Adams Keown Winterburn, Parlour Vieira Petit Overmars, Bergkamp Wright oppure Lehmann, Lauren Campbell Toure Cole, Ljungberg Vieira Gilberto Silva Pires, Bergkamp Henry? Di certo non così, perchè Gareth Bale ai primi 2-3 dribbling sarebbe stato messo a cuccia dalla ferocia di Parlour ad esempio, van der Vaart avrebbe trovato in Keown o Campbell il proprio incubo, Adams o Toure con intelligenza non avrebbero alzato la mano in barriera su un calcio di punizione rischiando in una partita così, Gallas avrebbe ricevuto una brutta accoglienza dagli scatti di Wright e Henry, i terzini sarebbero stati schiacciati dalle giocate sublimi di Pires Overmars e Ljungberg...Quelle erano leggende con 4 palle ciascuno; quindi ben venga la grinta di Wilshere, ben venga la mano non data da Nasri a Gallas, ben venga qualunque gesto (da subito!) vada nella direzione della determinazione, altrimenti sarà il same old Arsenal degli ultimi anni, ovvero tanto fumo ma poi niente arrosto!!!

16 October 2010

The start of an era...the Dutch Master

E' ormai dal lontano 2005 che l'Arsenal non alza un trofeo ufficiale: in quel caso fu un penalty decisivo di Patrick Vieira nella lotteria dei rigori a regalare ai Gunners la FA Cup Final contro il Manchester Utd. Sono passati più di 5 anni da quella data, troppi: normale che la mente spesso vada al passato, nella ricerca di momenti di gloria che speriamo possano tornare. Così ritornano nella mente partite epiche, scudetti vinti sul filo del rasoio, squadre invincibili, gol fantastici, giocatori unici. Nonostante i video, gli articoli, le notizie che leggo sull'Arsenal che fu anni e anni orsono, ciò che mi riesce meglio raccontare è il periodo più recente, l'era Wenger, in quanto l'ho vissuta in prima persona, e le emozioni che mi ha dato sono state vive, effettive, non immaginate...

C'è un uomo al quale da giocatore non ho dato sufficiente credito, lo adoravo ma non così come lo sto facendo adesso quando ascolto la sua storia e capisco la portata della sua permanenza nel nord di Londra: Dennis Bergkamp.


Estate 1995. E' l'Arsenal post-George Graham, era gloriosa che ha portato titoli e trofei, ma dopo la sua roboante uscita di scena il Board decide di dare una svolta affidando l'incarico a Bruce Rioch e acquistando un giocatore di spiccate doti tecniche dopo anni in cui gli innesti erano di pura quantità. L'uomo che apre questa epoca è un olandese reduce dal fallimento totale con la maglia dell'Inter: Dennis Bergkamp.

La data del suo arrivo cambia l'intera prospettiva del club: la volontà è quella di regalare spettacolo ad un pubblico abituato al gioco fisico ed essenziale di Graham. Dopo un inizio difficile in cui Dennis fatica a trovare la via della rete, contro il Southampton Bergkamp si sblocca con una doppietta: il secondo gol in particolare è una perla, con un poderoso destro da fuori area che sbatte sul palo e si infila in rete. Da lì in poi diviene il giocatore decisivo nell'economia del gioco della squadra; la sua visione del campo in particolare farà le fortune di un "labrador" quale Ian Wright, bravo a porsi subito sulla stessa lunghezza d'onda del collega con la n°10.

La fortuna di Bergkamp e di tutto l'universo dei Gunners arriva l'estate successiva: in panchina si siede Arsene Wenger, tecnico francese profondo credente del calcio offensivo. Avere in squadra uno come Dennis è proprio la base di partenza giusta per il neo-manager, avere un tecnico con queste idee è l'ideale per esaltare la classe di Bergie: il calcio elevato all'ennesima potenza!!
Dopo la prima stagione di "conoscimento" reciproco nel quale Wenger comincia a modellare la sua squadra con acquisti mirati (Vieira, il giovane Anelka), l'anno successivo arriva il Double a coronamento di una lunga caccia al Manchester United partita a fine novembre quando l'Arsenal si trova a -13 dai Red Devils. Dopo 7 anni Highbury può gioire per il titolo, e l'uomo che più di tutti contribuisce a quel doppio successo fu proprio Dennis.

Di lì in poi l'Arsenal ha sempre lottato per vincere trofei, e Bergkamp è sempre stato al centro di questo progetto. Nonostante alcune delusioni cocenti (aver perso a Leeds una Premier League nella penultima gara della stagione 1998/1999, aver perso una finale di UEFA contro il Galatasaray ai rigori nel 2000, aver perso una FA Cup contro il Liverpool nel 2001) le stagioni successive portano gloria e riscrivono la storia: nel 2001/2002 arriva il secondo Double della gestione Wenger, seguito da due FA Cup (2002/2003 e 2004/2005) e un altro titolo, quello degli Invincibles (38 partite: 26 vittorie, 12 pareggi, 0 sconfitte), in cui la sapinenza di Bergkamp contribuisce alla creazione di una squadra favolosa.

La sua ultima stagione è quella del 2005/2006, in concomitanza con l'addio al suo giardino preferito, Highbury. La stagione non porta trofei e si chiude con le lacrime di Parigi dove assisterà dalla panchina alla sconfitta nella finale di Champions League; l'amore dei Gooners per lui è stato talmente forte da dedicare in suo onore la sfida in casa contro il WBA in cui tutto lo stadio si è vestito di arancione. Dennis in quella gara regala emozioni forti entrando dalla panchina e contribuendo al successo finale anche con un gol, l'ultimo con quei colori.

Ulteriore onore è quello di inaugurare Ashurton Grove con il suo testimonial, l'addio al calcio, il saluto dei tifosi verso un esempio, un modello, un giocatore fantastico. Thanks for all Dennis!!!!
Per capire la portata del personaggio basta citare due frasi:
"The best player that Arsenal Football Club ever signed" (Ian Wright);
"He was and he is and he will be for me the best player I've played with. Full stop." (Thierry Henry).

Tanti i gol che hanno lasciato il segno nel cuore dei tifosi: il pezzo di bravura in un North London Derby, la magia a Filbert Street contro il Leicester, il sublime saggio di eleganza al St. James' Park e tanti altri ancora, difficile mezionarne in quantità limitata. Quel che però lascia più impresso il suo contributo è la quantità di assist che ha regalato; infatti dopo le prime stagioni in cui ha mostrato tutta la sua abilità nel segnare, con il passare degli anni ha trovato la sua dimensione come rifinitore, come quarterback per usare un gergo da NFL. I giocatori che hanno potuto godere dei suoi servigi ringraziano: Ian Wright, Nicholas Anelka, Thierry Henry per citare i 3 bomber che hanno solcato la sua epoca. Tanti altri compagni hanno beneficiato della capacità di Dennis di mandarti in porta da qualunque posizione: come non ricordare la stagione 2001/2002 in cui Ljungberg e Bergkamp sembrano telepatici, lo svedese è devastante con i suoi tagli verso il centro, l'olandese è sublime nel trovarlo con precisione chirurgica.

La tastiera che sto calcando da molti minuti ormai si è inondata di lacrime. Giocatori di questo calibro magari non torneranno più, e proprio quando passi molti anni in cui rimani a bocca asciutta si acuisce maggiormente la differenza tra l'epoca della gloria e l'epoca delle delusioni.
Comunque, per descrivere il mio stato d'animo (e penso quello di tutti i Gooners), difficile trovare una frase più azzeccata di quella che alcuni anni fa ho letto su un wallpapers di SkySports: "HEROES COME AND GO. OUR PASSION IS FOREVER".

© ToscanArsenal_sito ideato e creato da Francio McLintock.

..........................On-line dal 26 Dicembre 2007 ®.

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